RACCONTO DI NATALE

23.12.2025 12:52
Storie tristi per gente allegra
RACCONTO DI NATALE
Sottotitolo: Boia cane

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La piazza era gremita di gente, il sole iniziava a nascondersi fra i tetti e un gelido venticello preannunciava l'arrivo della sera.
Il ragazzo si guardò intorno frastornato e con la mano accennò un piccolo gesto di saluto verso una marea umana composta da uomini, donne e bambini esagitati.
Lo schiamazzo e le grida confuse della folla manifestavano che la morte stava per mettere in scena il suo grande spettacolo.
Un pubblico impaziente e non pagante reclamava la sua vita mentre il suo cuore iniziava improvvisamente a battere più forte di una grancassa.
Cercò con lo sguardo colui che poco prima, mostrandogli pietà e gentilezza, gli aveva sussurrato nell'orecchio : < Sii forte ragazzo e stai tranquillo, non sentirai dolore, te lo prometto. >
Sentì un brivido attraversargli la schiena mentre una lacrima di sudore scivolò lungo la sua fronte... Era giunta ormai l'ora di scontare la pena, ma lui era ancora troppo giovane per accettare che la vita finisse così presto... era ancora troppo ingenuo, immaturo e impreparato per morire così, senza peccato e senza difensore.
Non aveva ancora visto il mare, non aveva mai viaggiato, non aveva ancora assaporato l'amore... e la morte lo stava già accogliendo sotto il suo mantello nero.
La lama affilata del boia si abbatté su di lui.
Per un attimo sembrò che tutta la terra precipitasse violentemente nel vuoto e venisse inghiottita dall'universo.
La testa rotoló lungo il palco fino a fermarsi a pochi passi dal patibolo ancora con gli occhi aperti. Riuscì a vedere il suo corpo accasciarsi sul palco e il sangue schizzare e scorrere nella sua direzione.
La prima sensazione fu quella di ricongiungersi al corpo esanime e sanguinante. Poi continuò a precipitare, perdendosi nel nulla.
, pensó il boia cercando di scacciare quel malessere che gli prendeva lo stomaco.
Suo malgrado aveva posto fine alla vita di un ragazzino, condannato e morto per aver rubato un sacco di farina.
Maledetto mestiere!
Cercando di scacciare l'immagine del povero ragazzo decapitato, la sua mente cominciò a volare come un aquilone, allontanandosi da quella folla selvaggia... si levò sui tetti, volò sulle persone, fino ad allontanarsi da quel luogo di orrore e di morte.
Oltrepassò strade, piazze, cantieri, ponti e viaggiò fino a guardare attraverso la finestra di casa sua, fino a scorgere sua moglie e sua figlia, intente a preparare la cena di Natale.
Senza nemmeno rendersi conto, si ritrovò a camminare per strada, con passo veloce, in direzione del sole che stava scomparendo.
Mentre l'aria diventava più gelida e il paesaggio sempre più scuro, gli sembrò che le finestre illuminate, fossero occhi spalancati che lo spiassero per giudicarlo e condannarlo, e le ombre dei palazzi si allungassero a dismisura per catturarlo.
Affrettò ancora di più il passo, fino a correre forsennatamente verso casa, dove, al riparo dal mondo, avrebbe trovato un pò di pace.
Non si rese conto di niente.
Udì solo il grido del cocchiere e lo scalpitio dei zoccoli di cavallo.
Gli sembrò che case, alberi e strade, piombassero su di lui cozzando violentemente l'uno contro l'altra.
Vide le finestre spegnersi lentamente e una strana sensazione di pace si impossessò di lui.
Nella sua mano aveva una bambola di pezza, comprata come regalo per la sua bambina.
Persi nella neve, poco più in là, due orecchini di corallo brillavano sotto la luce delle lanterne...
Dovevano essere il pegno d'amore per la sua amata moglie.
Un uomo si chinò, raccolse gli orecchini e se li mise in tasca.
Poi, rivolto verso la folla spaventata e sgomenta, disse:
< Non piangete la sua morte, é solo un boia fetente, ha avuto quello che meritava!
Dio ha voluto farci questo regalo di Natale. >
Detto questo, sputó sul corpo straziato del boia e andò via con gli orecchini d'oro nella tasca della sua giacca.
Una vigilia di Natale niente male per lui, poco prima aveva assistito, in prima fila, allo spettacolo della decapitazione del piccolo ladruncolo, e adesso si ritrovava con due orecchini d'oro in tasca, piovuti dal cielo...e la giornata non era ancora finita!
Si era inoltrato in un vicolo buio e deserto per poter guardare gli orecchini tranquillamente, il sole era tramontato da un pezzo e si udiva, in lontananza, l'abbaiare di un cane, quando una mano fredda e sporca si posó violentemente sulla sua bocca procurandogli dolore e paura.
Sentí le forze mancargli e non si accorse nemmeno della lama del coltello che gli squarciava la gola.
Gli orecchini gli scivolarono di mano e il sua "bellissima giornata" diventò in un attimo, il tragico epilogo della sua vita.
Tese la mano verso il suo carnefice, in cerca di pietà e di aiuto. Non c'era rancore ne rabbia nei suoi occhi, ma solo paura... paura e morte.
La stessa paura stampata negli occhi degli agnelli che aveva scannato la mattina. Decine di agnelli, sgozzati in un solo giorno.
Ordinaria amministrazione, per lui che lavorava al mattatoio.
Eppure, chissà perché, gli era tornata in mente l'immagine degli agnellini e i loro occhi che imploravano pietà, mentre ad uno ad uno, col suo coltello gli recideva la gola.
Chissà perché il pianto di quelle anime innocenti diventava sempre più insopportabile nella sua mente fino a diventare più forte del dolore.
L'assassino ignorò le sue preghiere di pietà, e raccolto i gioielli, scappó via velocemente.
Rimase a terra, aspettando la morte, mentre la neve iniziava a coprire il suo corpo insanguinato.
La mattina di Natale, fu trovato così, senza vita, freddo e immobile come una statua di ghiaccio, quasi sepolto sotto una coltre di neve.
Nessuno pianse per lui, e nessuno spese una parola di pietà.
Solo un cane, scodinzolando la coda, si avvicinò, e dopo averlo annusato, diede una leccatina sulla sua guancia gelata, poi alzó la zampa, gli pisció sul viso e proseguí la sua passeggiata andando incontro al proprio destino.
Dopotutto...si trattava di miserabili faccende umane!
Quanto riguarda il ladro assassino, di lui non si seppe più nulla, si sa solo che quella notte non rincasò. Qualcuno disse di averlo visto ubriaco precipitare dal ponte nelle acque gelide e profonde del fiume.
Che strano, a volte la morte viaggia intrecciando strani percorsi.

 

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